Identificazione non d’interesse pubblico

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Nel settembre 2023, le Universitäre Psychiatrische Dienste UPD hanno presentato al Consiglio della stampa un reclamo contro la «Berner Zeitung» e «Der Bund» dal titolo «Verurteilte Ärztin arbeitet trotz Verbot» (medico condannato lavora nonostante il divieto). Nell’attacco si leggeva: «Universitäre Psychiatrische Dienste Bern. Weil sie einen ehemaligen Patienten sexuell genötigt hat, bekommt eine Psychiatrieärztin ein Tätigkeitsverbot. Die UPD haben sie trotzdem angestellt.» (Servizi psichiatrici universitari di Berna. A una psichiatra è stato vietato di lavorare perché ha aggredito sessualmente un ex paziente. I servizi psichiatrici universitari l’hanno assunta comunque). Il reclamante ha accusato la «Berner Zeitung» e «Der Bund» di non aver riportato la verità nel loro articolo, di non aver separato correttamente fatti e commenti e di aver violato la protezione della privacy e della dignità umana.

Il Consiglio della stampa è giunto alla conclusione che l’articolo non ha violato il dovere di dire la verità, anche se in parte di stretta misura, e che è stata rispettata la necessaria separazione tra fatti e commenti. Il Consiglio della stampa non ha inoltre riscontrato alcuna violazione della dignità umana. Per contro, è giunto alla conclusione che il medico condannato era divenuto identificabile dal pubblico e che questa identificazione non era d’interesse pubblico. Al riguardo, la «Berner Zeitung» e «Der Bund» hanno quindi violato il codice deontologico.

Presa di posizione 03/2024