Pronunciati tre ammonimenti: Quando la pubblicità viene camuffata

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Il Consiglio della stampa riceve regolarmente reclami in merito alla direttiva 10.1, Separazione tra parte redazionale e pubblicità. Non da ultimo perché i media avranno ben presto provato tutte le possibili varianti di denominazione per la pubblicità a pagamento: viene indicata con i termini «pubbliredazionale» e «reportage editoriale», «Sponsored Content» o «Contributo pubblicitario», oppure l’articolo viene contrassegnato con «pr» o «fornito da».

Nella maggior parte dei casi ciò non è sufficiente a soddisfare i requisiti della direttiva 10.1, la quale stabilisce che la pubblicità a pagamento deve essere chiaramente separata dalla parte redazionale.

Il Consiglio della stampa richiede invariabilmente che la pubblicità sia visualmente chiara e riconoscibile da tutti rispetto al contenuto editoriale oppure che venga segnalata in maniera inequivocabile ed esplicita come «pubblicità». Il lettore medio difficilmente riconosce in modo immediato, come marketing a pagamento da parte di terzi, i termini sopra citati. Il requisito di questa chiara separazione è stato recentemente violato da ben tre giornali: il «Liechtensteiner Volksblatt», il «Tagblatt der Stadt Zürich» e la «bz – Zeitung für die Region Basel».

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