I contenuti pagati devono essere riconoscibili
Il Consiglio svizzero della stampa ha rielaborato due direttive: la numero 10.1 (Separazione tra parte redazionale e pubblicità) e la numero 10.2 (Sponsoring, viaggi stampa, forme miste di redazione/pubblicità). Obiettivo delle modifiche è il controllo di nuove forme di contenuti a pagamento. Il caso che ha consigliato l’adattamento è stato un reclamo contro un cosiddetto «native advertising» praticato dal portale «watson.ch». Il Consiglio della stampa chiarisce che contenuti pagati, oppure messi a disposizione da terzi, devono essere distinguibili tanto nella forma quanto nel contenuto dai contributi redazionali. Anche se non sono nettamente riconiscibili come tali, devono essere esplicitamente designati come pubblicità. Le due direttive modificate sono applicabili dal 1. luglio 1917.
L’Annuario 2017 del Consiglio della stampa è attualmente disponibile online. Vi si riferisce dei casi sottoposti al Consiglio durante l’anno. In un articolo di saluto, il nuovo presidente della Fondazione, Markus Spillmann, traccia un disegno dei problemi che agitano la professione, dalle quali non esclude che il giornalismo possa trarre anche vantaggio. Anche il presidente del Consiglio della stampa, Dominique von Burg, è ottimista: il giornalismo di qualità ha messo a segno in questi ultimi mesi non pochi punti attivi. Un articolo di Michel Bührer, membro del Consiglio, si diffonde sulle nuove tecniche di «marketing di contenuti».