Limite tra libertà di commento e distorsione

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Il linguaggio colloquiale quotidiano include attualmente molti termini giuridici, che di conseguenza perdono spesso il loro rigore giuridico, come illustra l’esempio del portale «watson». Nel suo commento, l’autrice ha definito l’ex Consigliere nazionale Yannick Buttet come un «Wiederholungssexualstraftäter» (criminale sessuale recidivo) e «zweifach verurteilter Sexualstraftäter» (criminale sessuale condannato due volte). Al riguardo, il Consiglio della stampa ha ricevuto un reclamo. Il reclamante sostiene che tutti i termini usati sono errati: Buttet era stato condannato solo una volta per reati sessuali e una seconda per coercizione. La libertà di commento è soggetta a limiti di etica professionale. Ciò implica anche un uso attento dei termini giuridici. Tuttavia, il Consiglio della stampa ha già affermato in precedenti prese di posizione che nei commenti sono ammissibili anche giudizi di valore polemici. Nello specifico, l’autrice può aver utilizzato i termini giuridici in modo errato, ma in essenza ha presentato correttamente la situazione giuridica. Il Consiglio della stampa ha pertanto respinto integralmente il reclamo.

Presa di posizione 20/2025