Pur ribadendo che i giornalisti devono conoscere e raccontare il più possibile sull’identità, il ruolo e le motivazioni delle persone alle quali danno la parola nei loro servizi — in particolare nel complesso contesto della guerra — il Consiglio svizzero della stampa ha respinto il reclamo di uno spettatore contro la RTS.
Secondo il reclamante, nel loro servizio televisivo di quattro minuti intitolato «Kherson, le prix de la libération» (Kherson, il prezzo della liberazione), i giornalisti della RTS hanno violato diversi punti della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista».
La critica principale del denunciante è che i soldati intervistati vengono dipinti come eroi, nonostante sfoggino simboli problematici che indicano i loro legami con organizzazioni di estrema destra.
Il Consiglio della stampa ha preso in esame la seguente questione: i giornalisti della RTS avrebbero dovuto osservare più da vicino il contesto ideologico dei loro intervistati? Secondo il CSS, l’obiettivo del servizio era sufficientemente chiaro: si trattava di raccontare come la popolazione civile e i soldati ucraini avevano vissuto la liberazione di Kherson.
Il fatto che i reporter della RTS non abbiano analizzato le opinioni politiche dei loro intervistati, né abbiano menzionato il loro possibile retroscena ideologico, non è da considerarsi alla stregua di una violazione della «Dichiarazione». Il reclamo viene quindi respinto.