Nr. 63/2006
Indiscrezioni / Protezione della sfera privata

(Unione democratica federale c. «la Regione») Presa di posizione del 29 dicembre 2006

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I. I fatti

A. In relazione con il pubblico dibattito apertosi in Ticino sul «Fiscogate» (così chiamato per il ruolo svolto dall’autorità fiscale), «la Regione Ticino» ha pubblicato il 14 febbraio 2006, sotto il titolo «Fondazione Villalta, le cifre e molti interrogativi», un articolo di Aldo Bertagni sulla «Fondazione di famiglia Villalta dell’Argine» appartenente alla famiglia Masoni. L’ampio servizio, di due pagine, era annunciato in prima pagina dal seguente titolo d’apertura: «Villalta…senz’argine», con un occhiello («Enti turistici locali, pro e contro il doppio ruolo della direttrice del Dfe») e un sottotitolo («Fondazione di famiglia Masoni: il bilancio patrimoniale 2004. Fra le voci, anche un conto risparmio ititolato alla figlia Marina»), con una foto dell’ex consigliere agli Stati Franco Masoni, titolare della fondazione e padre della consigliera di Stato direttrice del Dipartimento finanze ed economia Marina Masoni. Accanto figurava un editoriale del direttore Matteo Caratti. Al centro dell’articolo pubblicato nell’interno il giornale recava un facsimile del bilancio e dei risultati d’esercizio 2004 della «Fondazione di famiglia Villalta dell’Argine», con un commento critico sui vantaggi fiscali che la fondazione traeva dalla situazione giuridica dell’istituzione con sede nel Canton Svitto. Il dossier era completato da due altri articoli di Aldo Bertagni. In «Nessuno controlla, bilanci fai da te. Il particolare statuto delle fondazioni di famiglia», l’autore illustrava le condizioni quadro delle fondazioni di famiglia secondo l’art. 335 del Codice civile svizzero, e sotto il titolo »Il fisco ticinese chiede un milione? I Masoni contestano l’imposizione» menzionava la richiesta dell’autorità fiscale ticinese di poter tassare un importo di circa un milione di franchi per onorari percepiti nell’ambito dell’attività professionale dai coniugi Masoni, da essi ceduti alla fondazione con sede a Svitto. Si precisava che la richiesta dell’autorità fiscale era stata contestata dai coniugi Masoni, e che era stato presentato un reclamo.

B. Il 16 febbraio 2006 l’Unione democratica federale del Cantone Ticino ha presentato al Consiglio svizzero della Stampa un reclamo contro la pubblicazione del 14 febbraio della «Regione Ticino», in particolare criticando le informazioni e la presentazione dei bilanci 2004 della «Fondazione di famiglia Villalta dell’Argine». Secondo i reclamanti, la pubblicazione viola la Direttiva A 1 (Indiscrezioni) della «Dichiarazione dei diritti del giornalista», poiché non esisterebbe un sufficiente interesse pubblico alla rivelazione di dati coperti dal segreto fiscale, in specie i conti di una fondazione di famiglia. Tali dati dovevano servire unicamente alla commissione d’inchiesta nominata dal Consiglio di Stato per accertare la fondatezza degli addebiti mossi all’Amministrazione cantonale delle contribuzioni.

C. Il 5 maggio 2006, il direttore della «Regione», Matteo Caratti, e Aldo Bertagni, capo-redattore politico, a nome della redazione del giornale, hanno postulato la reiezione del reclamo, facendo valere che le informazioni e le indiscrezioni sul cosiddetto «Fiscogate» erano state oggetto di ripetute pubblicazioni di stampa, al punto che avevano indotto il Consiglio di Stato a decidere un’indagine amministrativa. La contestata pubblicazione, da parte della «Regione», dei conti 2004 della Fondazione Villalta dell’Argine avrebbe successivamente indotto il Governo cantonale a chiedere alla Commissione un supplemento d’inchiesta. Va inoltre notato che il Governo cantonale – dapprima in via provvisoria, in seguito definitivamente – aveva esonerato la collega Marina Masoni dalla direzione dell’Amministrazione delle Contribuzioni. La stessa Marina Masoni all’inizio del 2006 aveva diffuso un comunicato stampa per chiarire i suoi rapporti con la Fondazione Villalta dell’Argine. A quel momento – cioè prima del 14 febbraio 2006, data della pubblicazione da parte della «Regione» del bilancio e dei risultati d’esercizio 2004 della Fondazione, oggetto del reclamo al Consiglio della Stampa – erano già stati sollevati dubbi circa la conformità con il diritto svizzero di questa fondazione di famiglia, in origine con sede nel Liechtenstein. La pubblicazione del bilancio e dei risultati d’esercizio 2004 avrebbe dunque contribuito in modo importante al chiarimento della situazione.

D. Secondo l’art. 10 cpv. 7 del proprio Regolamento, la Presidenza del Consiglio della stampa può prendere direttamente posizione quando il contenuto del reclamo ricalchi sostanzialmente un caso oggetto di una precedente decisione, oppure non sia di significativa importanza.

E. Il 12 maggio 2006 il Consiglio della Stampa ha comunicato alle parti che lo scambio epistolare era dichiarato chiuso e che il reclamo sarebbe stato trattato dal Presidente Peter Studer e dalle due vicepresidenti, Sylvie Arsever e Esther Diener-Morscher.

F. La Presidenza ha elaborato per via di corrispondenza la presente Presa di posizione e l’ha approvata il 29 dicembre 2006.

II. Considerandi

1. La Direttiva A 1 annessa alla «Dichiarazione dei diritti» afferma che «gli organi d’informazione possono far uso di indiscrezioni solo se determinate precondizioni sono date: se la fonte dell’informazione è conosciuta; se la notizia è d’interesse pubblico; se vi sono buone ragioni per non ritardarne la pubblicazione. Il vantaggio di uscire prima con la notizia non basta come giustificazione. Inoltre, dev’essere provato che il tema o il documento sono stati dichiarati segreti o confidenziali a tempo indeterminato, non fossero per esempio vincolati a un embargo di poche ore o giornate. L’indiscrezione dev’essere stata data dall’informatore liberamente e consapevolmente e non esser stata raccolta con mezzi sleali, come la corruzione, il ricatto, l’intercettazione, la violazione di domicilio o il furto. La pubblicazione è definita lecita, infine, se non viola interessi, diritti o segreti di grandissima importanza.»

2. Il Consiglio della stampa si è espresso finora sul tema «Indiscrezioni» in tre Prese di posizione (2/1994, 2/1995 e 1/1997). Con la Presa di posizione 2/1994 il Consiglio reagiva a un’interpellanza e a un postulato presentati nel dicembre del 1993 sul tema alle Camere federali. Sia in questo caso, sia in quelli trattati nelle Prese di posizione 2/1995 (concernente un rapporto confidenziale del Ministero pubblico della Confederazione) e 1/1997 (la relazione confidenziale di un ambasciatore), le indiscrezioni riferivano informazioni di fonte governativa dichiarate segrete. La parte reclamante fa valere che l’informazione pubblicata da «la Regione» implica la violazione di un segreto fiscale. Il dovere di mantenere il segreto fiscale concerne, tuttavia, in primo luogo l’autorità fiscale, non i privati. Inoltre, la parte reclamante non fa valere, né ciò risalta dagli articoli pubblicati, che il facsimile del bilancio 2004, oggetto dell’indiscrezione, sia stato trasmesso al giornale da una fonte ufficiale.

Non si è trattato dunque di pubblicazione di informazioni ufficiali segrete, bensì di una informazione di natura privata su una questione di interesse economico. Occorre allora valutare, secondo la cifra 7 della «Dichiarazione dei doveri» (Protezione della sfera privata), se l’interesse pubblico alla pubblicazione prevalga rispetto all’interesse privato della «Fondazione di famiglia Villalta dell’Argine» e dei membri della famiglia Masoni a mantenere l’informazione riservata.

3. Come «la Regione» è stata in grado di provare abbondantemente, la discussione pubblica sulle vicissitudini dell’Amministrazione cantonale delle contribuzioni, soggetta al Dipartimento delle finanze diretto da Marina Masoni, l’inchiesta amministrativa e la decisione del Governo di esonerare Marina Masoni dall’incarico e di trasmetterlo temporaneamente a un altro consigliere di Stato, configurano senza al
cun dubbio un interesse del pubblico alla conoscenza di informazioni in grado di meglio chiarire la fondatezza degli addebiti. Lo stesso si può dire per le discussioni sulla fondazione di famiglia dei Masoni. La stessa consigliera di Stato si era espressa al riguardo il 13 gennaio 2006, negando che la questione dei 18 mila franchi che la fondazione le aveva concesso per finanziare la campagna elettorale potesse interessare il pubblico. Il 15 gennaio 2006, tuttavia, la stessa Marina Masoni pubblicava un comunicato stampa personale in cui, per controbattere l’asserita falsità di insinuazioni e speculazioni politiche, dichiarava di voler fare sulla questione piena trasparenza. Quei 18 mila franchi sarebbero appartenuti a un conto risparmio dei suoi genitori, regolarmente dichiarato al fisco e per il quale sarebbe stata pagata la relativa imposta. Tutti elementi, questi, di tale peso per il giudizio politico e la pubblica valutazione sul «Fiscogate», da indurre il Consiglio svizzero della stampa a dichiarare l’interesse pubblico, nel caso specifico della pubblicazione dei conti d’esercizio 2004 della Fondazione Villalta dell’Argine, prevalente rispetto all’interesse privato a mantenere il riserbo. Quel tipo di informazione, inoltre, non tange la sfera privata in senso stretto ma una sfera economica in diretto rapporto con l’attività politica di Marina Masoni.

III. Conclusione

Il reclamo è respinto.