Zusammenfassung
Übernimmt ein Medium von einem anderen Medium eine Nachricht, ist es kein Plagiat, wenn der Beitrag durch weitere Informationen ergänzt und in einem anderen Stil verfasst wird; auch dann nicht, wenn der Hinweis auf die Erstveröffentlichung fehlt.
Beim Schweizer Presserat ging eine entsprechende Beschwerde gegen zwei Artikel ein, die in «La Domenica del Corriere» und «Corriere del Ticino» erschienen sind. Der erste Artikel betraf den Fall des ehemaligen Schlachthofs in Lugano und die damit im Zusammenhang stehende Einstellungsverfügung der Staatsanwaltschaft. Das Onlineportal «naufraghi.ch» hatte schon vor «La Domenica del Corriere» ausführlich darüber berichtet. Der zweite Artikel betraf das Estival Jazz in Lugano und dessen wahrscheinliche Einstellung, eine Nachricht, über die il Quotidiano vom Radio und Fernsehen der italienischsprachigen Schweiz (RSI) erstmals berichtet hatte. In beiden Fällen wurde kein Hinweis auf die früher erschienenen Berichte gemacht. Hingegen unterschieden sich die Beiträge vom «Corriere» stilistisch wie inhaltlich von den angeblich plagiierten Texten.
Nach Ansicht des Presserats entspräche es guter Praxis, das Medium zu nennen, das eine Nachricht zuerst veröffentlicht hat und die Arbeit der Journalistenkolleginnen und -kollegen zu würdigen. Jedoch ist in beiden Veröffentlichungen kein Plagiat zu erkennen, da weder die gesamten Artikel noch klar erkennbare Passagen identisch übernommen worden sind.
Résumé
Il ne s’agit pas de plagiat lorsqu’un média reprend une information publiée par un autre média, la complète et la reformule dans un autre style, et pas même lorsqu’il omet d’indiquer que cette information a déjà été publiée une première fois.
Le Conseil suisse de la presse a reçu une plainte au sujet de deux articles publiés dans « La Domenica del Corriere » et « Corriere del Ticino ». Le premier évoquait l’affaire de l’ancien abattoir de Lugano et l’ordonnance de classement rendue par le ministère public. Le portail en ligne « naufraghi.ch » avait déjà exposé la situation en détail avant la parution de l’article de « La Domenica del Corriere ». Le second article concernait l’Estival Jazz de Lugano et les spéculations autour de sa non-reconduction, dont RSI s’était déjà fait l’écho dans son émission il Quotidiano. Dans les deux cas, il n’a pas été fait référence aux contributions déjà parues. Les articles du « Corriere » s’en distinguaient cependant tant du point de vue du style que du contenu.
De l’avis du Conseil suisse de la presse, la bonne pratique consisterait à nommer le média qui a publié l’information en premier et à rendre hommage de la sorte au travail effectué par des confrères. Les deux articles décriés ne constituent cependant pas du plagiat, car ils ne reprennent pas à l’identique les contributions parues précédemment, ni dans leur totalité, ni en partie.
Riassunto
Riprendere una notizia pubblicata da altri media, completandola, integrandola con altre informazioni e utilizzando stile e parole diverse non costituisce plagio, neppure in mancanza della citazione della prima pubblicazione.
Questa è l’opinione del Consiglio svizzero della stampa, che ha respinto un reclamo in questo senso, presentato nei confronti di due articoli pubblicati da «La Domenica del Corriere» e dal «Corriere del Ticino» nel mese di febbraio del 2022. Il primo articolo riguarda il caso dell’ex macello di Lugano e i contenuti del decreto di abbandono deciso dal procuratore pubblico. A riferirne in modo dettagliato in anteprima era stato il portale «naufraghi.ch». Il secondo articolo riguarda invece la rassegna Estival Jazz di Lugano e il suo probabile abbandono della piazza di Lugano, notizia anticipata da il Quotidiano della RSI. In entrambi i casi non è stato fatto riferimento alle precedenti pubblicazioni, ma sono stati realizzati degli scritti differenti per stile e parzialmente anche per contenuti.
Secondo il Consiglio della stampa sarebbe buona consuetudine e più corretto fare riferimento a chi ha pubblicato per primo la notizia, onorare il lavoro delle colleghe e dei colleghi giornalisti ma non si ravvisa alcun plagio nelle due pubblicazioni, non trattandosi di una semplice copia o riproduzione di un articolo.
I. I fatti
A. In data 23 febbraio 2022 il portale di informazione «naufraghi.ch» pubblica un articolo a firma del giornalista freelance Rocco Bianchi sui fatti legati all’abbattimento dell’ex macello di Lugano, sede degli autogestiti del Molino. Con il titolo «L’ex macello: i fatti, i reati e le bugie», l’autore riporta – come primo media – i contenuti dettagliati del decreto di abbandono del procuratore generale Andrea Pagani nei confronti di una municipale di Lugano e di un vicecomandante della polizia di Lugano. I contenuti permettono di ricostruire nel dettaglio i fatti avvenuti la notte del 29 maggio 2021, per molti mesi al centro del dibattito pubblico e politico in Ticino.
B. 4 giorni dopo, il 27 febbraio 2022, il settimanale del «Corriere del Ticino» «La Domenica» pubblica un’intera pagina di approfondimento sull’argomento con due articoli curati da Andrea Bertagni: «Carte da macello: Ecco cosa è successo i giorni prima della demolizione del centro sociale e durante la notte del 29 maggio nella ricostruzione del procuratore generale» e «Quell’incredibile sbaglio. Botta e risposta tra poliziotti». Il contenuto di entrambi gli articoli, analogamente a quanto fatto da «naufraghi/e», si basa sullo stesso documento, sul decreto di abbandono del procuratore generale. La pagina è corredata da immagini del decreto d’abbandono. Nessun riferimento viene fatto alla precedente pubblicazione de «naufraghi/e».
C. In data 28 febbraio 2022 «naufraghi/e» pubblica sul suo sito le rimostranze contro il settimanale del «Corriere del Ticino» per non avere citato quanto da loro pubblicato 4 giorni prima: «sarebbe buona abitudine, come normalmente avviene in casi come questo, dare almeno atto del lavoro altrui».
D. In data 18 febbraio 2022, il programma televisivo della Radiotelevisione svizzera RSI «Il Quotidiano» manda in onda un servizio sui grandi eventi estivi, che per decisione federale quell’anno di post pandemia avrebbero potuto tenersi. Nello stesso servizio si fa però notare che l’importante e storico festival luganese Estival Jazz rischia di non esserci più per motivi finanziari e di perdita di uno sponsor. Una notizia data per la prima volta e corredata dall’intervista ad uno degli organizzatori Jacky Marti che si esprime su eventuali forme diverse di mantenere un evento.
E. Il 25 di febbraio 2022 a firma Mauro Rossi sul «Corriere del Ticino» appare l’articolo «Dopo oltre 40 anni Estival Jazz getta la spugna». In esso la fine della rassegna è data per certa e si riportano i motivi elencati una settimana prima da «Il Quotidiano». Vengono intervistati l’organizzatore Jacky Marti e il capodicastero cultura, il municipale Roberto Badaracco che esprime la volontà di conservare il «brand» anche se in forma diversa. Un secondo articolo con titolo «Un avventura iniziata nel 1979» ripercorre la storia del festival che ha trasformato il Ticino «in un grande crocevia internazionale».
F. Il 5 di maggio 2022, X. inoltra reclamo al Consiglio svizzero della stampa contro i due articoli del gruppo Corriere del Ticino. A suo parere è stata violata la direttiva 4.7 sul plagio. Pur non trattandosi di plagio in senso stretto, ovvero di riproduzione identica di una fonte o di un articolo, secondo il reclamante in entrambe le pubblicazioni vi sarebbe stata scorrettezza per aver ripreso il contenuto di articoli, omettendo il riferimento a chi per primo ne aveva dato notizia. Per il reclamante due chiari casi di omissione delle fonti e di «furto di idee», senza approfondimento o valore aggiunto alcuno. I due autori del «Corriere del Ticino» e de «La Domenica» avrebbero preso spunto da naufraghi/e e da «Il Quotidiano» per realizzare i loro articoli, senza appunto fare riferimento ai precedenti. Per quanto riguarda la pagina sui fatti dell’ex-macello si aggiunge – per il reclamante – l’aggravante di aver insinuato che fosse lo stesso giornalista de «La Domenica» ad aver realizzato lo scoop, anticipando il decreto di abbandono. Il paragrafo contestato è il seguente: «Orari, decisioni, scelte. Sono tutte nel decreto di abbandono. Per la prima volta. E riscrivono quasi da zero la vicenda».
G. In data 19 ottobre 2023 giunge la risposta da parte del gruppo Corriere del Ticino, che contesta in toto le motivazioni del reclamo, ritenendole prive di fondamento. La prima pubblicazione contestata «carte da macello» – specifica il «Corriere del Ticino» – ricostruisce i fatti attraverso il decreto d’abbandono del procuratore generale Andrea Pagani, un decreto che era stato inviato alle parti coinvolte a dicembre dell’anno precedente (2021) e reso pubblico nella sua sostanza dalla stampa il 10 dicembre successivo. Non sarebbe quindi legittimo parlare di scoop o di anticipazione da parte de «naufraghi/e», giacché la notizia era già nota. L’aspetto nuovo pubblicato da il «Corriere» (si legge nella presa di posizione sul ricorso) starebbe nel «come» il procuratore generale fosse giunto alle conclusioni del decreto di abbandono. Il documento sarebbe stato a disposizione del «Corriere» già una settimana prima della pubblicazione e indipendentemente da «naufraghi/e», ottenuto attraverso fonti e canali propri. La redazione del «Corriere» non si ritiene obbligata a sapere di ogni pubblicazione di «naufraghi/e», non vede quindi la necessità di una citazione e tanto meno ha preteso o scritto di trattarsi di un loro scoop. Sulla seconda pubblicazione concernente Estival Jazz, il «Corriere del Ticino» contesta possa trattarsi di plagio: lo stile e le parole usate dal giornalista sono diverse, e soprattutto l’articolo del «Corriere» dava come acquisita la notizia della chiusura della rassegna, mentre «Il Quotidiano» ne dava la sua probabile chiusura: «non vediamo e non capiamo perché si sarebbe dovuto citare un’affermazione parziale e dunque incerta a fronte di una certa e definitiva», scrive il «Corriere». La prova starebbe anche nel fatto che, il giorno successivo alla pubblicazione dell’articolo del «Corriere», il sito della RSI ha pubblicato la notizia della chiusura della rassegna citando il «Corriere» (ma anche il «Quotidiano» per aver dato la chiusura come probabile. Nota del Consiglio della stampa).
H. Il caso viene rinviato alla 1. Camera del Consiglio svizzero della stampa composta da Susan Boos (presidente), Luca Allidi, Dennis Bühler, Ursin Cadisch, Michael Herzka, Francesca Luvini e Casper Selg. La 1. Camera ne discute nella sua seduta del 30 aprile 2024 e per corrispondenza.
II. Considerazioni
La Cifra 4 del codice deontologico del Consiglio svizzero della stampa impone di non usare metodi sleali per procurarsi informazioni, fotografie, documenti sonori, visivi o scritti e di rinunciare ad ogni forma di plagio. La direttiva 4.7 specifica quando si tratta di plagio: «Il plagio consiste nella pura e semplice riproduzione, senza indicazione della fonte, di una notizia, una precisazione, un commento, un’analisi, o di qualunque altra informazione pubblicata da un collega o da un altro organo d’informazione. Come tale è un atto sleale nei confronti dei colleghi.»
Gli aspetti da considerare sono quindi sostanzialmente due: se nelle due pubblicazioni originarie si tratta di notizie/scoop e se nelle due pubblicazioni successive si tratta di «pura e semplice riproduzione».
1. Il caso ex-macello. Quanto pubblicato da «naufraghi/e» si rifà ad un documento del procuratore generale, ai dettagli in esso contenuti. Se è vero che dell’esistenza del documento e delle sue conclusioni la stampa ne aveva già riferito mesi prima, «naufraghi/e» nel suo approfondimento di febbraio ne propone una lettura diversa e più dettagliata che permette uno sguardo differente rispetto a quanto già si sapeva e soprattutto di ricostruire minuziosamente quanto avvenuto la notte della distruzione e dello sgombero dell’ex-macello. Sono senz’altro notizie rilevanti quelle pubblicate nell’articolo di Rocco Bianchi, che prima di allora non erano emerse. «La Domenica» ne riferisce 4 giorni dopo, ma con parole e stile proprio, come per altro ammesso dallo stesso reclamante, che intravvede però ugualmente un atto di slealtà nei confronti dei colleghi per essersi appropriati di una notizia data per prima da altri. In base alla definizione di «plagio» così come intesa dal Consiglio della stampa, quest’aspetto non è sufficiente per constatare una violazione della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista», benché sarebbe benvenuto. E a questo proposito constatiamo che l’argomentazione del «Corriere del Ticino», secondo la quale la redazione non è tenuta a conoscere ogni pubblicazione de «naufraghi/e» è poco credibile: il sito di informazione www.naufraghi.ch è nato nel 2021, è recente ma autorevole e fatto per lo più da voci storiche del giornalismo ticinese ora in pensione, i/le redattori/trici lo conoscono e lo consultano come ogni altro organo di informazione locale. Tanto più che sullo specifico argomento dell’ex macello si era fatto notare per la sua presenza costante. Va però anche detto, che l’argomento dell’ex-macello in quei mesi teneva banco su tutti i media, e che ognuno cercava attraverso proprie fonti di aggiungere un tassello alla vicenda. È pertanto teoricamente possibile che anche il «Corriere del Ticino» con il suo domenicale cercasse di ottenere il documento del decreto di abbandono per pubblicarne un approfondimento su «La Domenica». Il fatto che l’abbia pubblicato 4 giorni dopo «naufraghi/e» può essere quindi una coincidenza, così come effettivamente un poco corretto «furto di idee». Ma come detto non sufficiente per una violazione della direttiva 4.7. Infine per quanto riguarda la presunta aggravante di essersi «La Domenica» vantata di aver realizzato uno scoop, non ci è possibile seguire il ragionamento del reclamante: «per la prima volta» come scritto ne «La Domenica» è riferito al contenuto del decreto di abbandono, che per la prima volta mette nero su bianco i dettagli della notte del 29 maggio, non al giornale in questione, che per la prima volta lo rivelano all’opinione pubblica.
2. Il caso Estival Jazz. La notizia della probabile chiusura della rassegna così come data da «Il Quotidiano», con tanto di intervista all’organizzatore, era corretta e rilevante, trattandosi di una rassegna che ha fatto la storia della cultura musicale luganese e internazionale. La chiusura non era data per certa ma per probabile perché – come detto nell’intervista – si cercavano altre forme di mantenere il festival. La notizia è stata riportata all’interno di un servizio più ampio sulle manifestazioni estive, nel giorno in cui la Confederazione ha annunciato che si sarebbero potute tenere senza limiti dopo due anni di pandemia. Il «Corriere del Ticino» ne parla una settimana dopo, con una pagina dedicata unicamente ad Estival Jazz e dando la chiusura della rassegna come certa. Anche in questo caso lo stile e le parole usate sono altre, la notizia è approfondita e completata rispetto a «Il Quotidiano». Non si può parlare di identica riproduzione del servizio passato una settimana prima. Neppure in questo caso ci sono quindi gli estremi per parlare di plagio. Ma anche in questo caso sarebbe stato un gesto di lealtà onorare il lavoro fatto da altre redazioni in precedenza. Sebbene valga lo stesso discorso fatto al punto 1: sul piano teorico il «Corriere del Ticino» avrebbe potuto giungere per ricerche proprie alla stessa o simile notizie.
3. In sintesi: sarebbe buona consuetudine e più corretto fare riferimento a chi ha pubblicato per primo la notizia, ma il Consiglio della stampa non ravvisa alcun plagio nelle due pubblicazioni. Il problema è soprattutto la mancata citazione delle due pubblicazioni precedenti, non la copia o riproduzione di un testo.
III. Conclusioni
1. Il reclamo è respinto.
2. «La Domenica» e il «Corriere del Ticino» non hanno violato la cifra 4 (plagio) della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista».