Nr. 24/2013
Sfera privata / Dignità umana

(Associazione ticinese dei giornalisti c. «Confronti»/«il Mattino della domenica») Presa di posizione del Consiglio svizzero della stampa del 17 maggio 2013.

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I. I fatti

A. Il 14 marzo 2012, il mensile «Confronti» pubblicava un articolo dal titolo «10 domande al carpa». Con il termine «il carpa» veniva definito Boris Bignasca, «inquietante figura di bimbo mal cresciuto in cui cattiveria e stupidità sono impegnate in una competizione senza fine». «Confronti» poneva a Boris Bignasca, tra le altre, le seguenti domande: «1. Corrisponde al vero che tuo padre, Giuliano Bignasca, dopo aver messo incinta tua madre (una mite signora calabrese) vi ha abbondonati entrambi? 2. Corrisponde al vero che tua mamma, poverina, ha dovuto addirittura rivolgersi a un avvocato, disperata perché tuo padre vi negava persino gli alimenti?»

B. Il 29 aprile 2012, il domenicale «il Mattino della domenica» dedicava allo scrittore Giovanni Orelli – nella rubrica satirica «Wikileaks Ticino» – il testo seguente: «Aspettiamo con ansia la prossima pubblicazione di Giovanni Orelli. Negli annunci funebri.»

C. Il 4 settembre 2012 l’Associazione Ticinese dei Giornalisti si è rivolta al Consiglio della stampa invitandolo a prendere posizione in merito a entrambe le pubblicazioni citate. Di fatto, si trattava di due pubblicazioni diverse, ma da considerare, in quanto avevano destato molto scalpore in Ticino, in relazione con il principio della libertà di stampa e con la discussione sui limiti della satira. L’avviso del reclamante è che l’articolo «10 domande al carpa» viola la cifra 7 (Sfera privata) della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista», e che il testo del «Mattino» viola la cifra 8 (Dignità umana) della stessa «Dichiarazione».

D. Prendendo posizione sul reclamo, il 10 ottobre 2012 il direttore di «Confronti», Marco Cagnotti ne propone la reiezione. Si dovrebbe anzitutto verificare se porre delle semplici domande basti a qualificare una violazione della personalità.  Alle dieci domande Boris e Giuliano Bignasca erano invitati a rispondere.  Non vi fu reazione da parte loro. A prova che gli interpellati non si sentivano offesi, Cagnotti cita il fatto che «il Mattino della Domenica» le ha pure pubblicate. Inoltre, Boris e Giuliano Bignasca sono persone pubbliche, «che non perdono occasioni per farsi espressione di istanze moralizzatrici» e che per queste ragioni «devono rispondere del proprio comportamento legale e morale di fronte al pubblico».

E. Nella sua risposta del 15 ottobre 2012, il direttore ed editore del «Mattino della domenica», Giuliano Bignasca – nel frattempo deceduto – faceva valere che «si tratta[va] di una singola frase, infelice, di cui l’autore si è assunto la responsabilità»; frase inserita in una rubrica satirica e che «è stata pesantemente e vergognosamente strumentalizzata dal Partito socialista a fini partitici, nel tentativo di colpire il Movimento della Lega dei Ticinesi e di impedire a un suo rappresentante di accedere alla carica di presidente del Gran Consiglio». Un comportamento da lui ritenuto «assai più riprovevole della frase in discussione, per quanto fuori luogo», come ammesso anche nell’edizione del 6 maggio 2012 del «Mattino della domenica», in cui si parlava di «scivolone».

F. Il 30 ottobre 2013 il Consiglio della stampa ha comunicato alle parti che il reclamo sarebbe stato trattato dalla Presidenza, composta di Dominique von Burg, presidente, e di Max Trossmann vicepresidente; essendosi ricusata la seconda vicepresidente, Francesca Snider.

G. La Presidenza ha discusso e deliberato la presente Presa di posizione del 17 maggio 2013 per via epistolare.

II. Considerandi

1. Il Consiglio della stampa si è espresso più volte sulla satira. Nella Presa di posizione 37/2000 constatava che «il diritto alla satira deriva essenzialmente dalla libertà di espressione. Dal profilo formale, inoltre, la satira gode della libertà garantita all’espressione artistica. La satira consiste in un giudizio aggressivo formulato in termini giornalistici. Diversamente da altre forme di commento, le sono propri non solo  l’esagerazione ma anche l’eccesso. Gode quindi di un più ampio spazio rispetto a tutte le altre forme di espressione giornalistica. Anche alla satira, tuttavia, si pongono dei limiti. Tali limiti si ritengono superati quando il giudizio di fondo sottende il falso oppure ferisce gravemente gli individui o una collettività nella loro dignità.». Neppure deve essere utilizzata la satira per intromettersi senza giustificazione nella sfera intima delle persone (Presa di posizione 50/2007).

2. a) Secondo la Cifra 7 della «Dichiarazione», il giornalista «rispetta la sfera privata delle persone, quando l’interesse pubblico non esiga il contrario». La Direttiva 7.1 che la esplicita precisa che «tutti – persone celebri comprese – hanno diritto alla protezione della loro sfera privata». La Direttiva 7.2 (Identificazione) precisa che «il giornalista mette sempre a confronto il diritto del pubblico all’informazione e il diritto delle persone alla protezione della loro sfera privata».

b) Anche se Boris e Giuliano Bignasca usano o hanno usato un modo polemico di esprimersi, non per ciò rinunciano puramente e semplicemente al diritto alla protezione della loro sfera privata. Dalle domande al «carpa» pubblicate da «Confronti» non emerge perché, allo stato delle cose, quel 10 marzo 2012, giorno della pubblicazione, fosse da ritenere di prevalente pubblico interesse conoscere come Giuliano Bignasca si sia, a suo tempo, comportato come marito e padre, e se abbia o no pagato gli alimenti per il figlio. In mancanza di un tale pubblico interesse, la menzione di quelle circostanze non era lecita. Che fossero espresse in forma interrogativa non esclude che il lettore potesse percepirle come rimproveri fondati.

3. a) La Cifra 8 della «Dichiarazione» impone ai giornalisti il dovere del rispetto della dignità umana. Ai media è dunque richiesto di astenersi da espressioni che descrivono le persone in termini denigratori o che in qualche modo manchino loro gravemente di rispetto.

b) «Il Mattino della domenica» ammette indirettamente che dal punto di vista etico quella frase  sia stata un errore. Augurare la morte a qualcuno viola la Cifra 8 della «Dichiarazione», poiché il diritto alla vita è un elemento centrale della dignità umana.


III. Conclusioni

1. Il reclamo è accolto.

2. Con la pubblicazione dell’articolo «10 domande al carpa» del 14 marzo 2012, «Confronti» ha violato la Cifra 7 (Sfera privata) della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista».

3.
Con la pubblicazione del testo «Aspettiamo con ansia la prossima pubblicazione di Giovanni Orelli. Negli annunci funebri», il «Mattino della domenica», nella sua edizione del 16/29 aprile 2012, ha violato la Cifra 8 (Dignità umana) della «Dichiarazione».
dere.