Nr. 60/2015
Rispetto della verità / Fonti dell’informazione / Rettifica

(«Il Ticino siamo noi» c. «il caffè») Presa di posizione del Consiglio svizzero della stampa del 31 dicembre 2015

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I. I fatti

A. Il 25 gennaio 2015 «il caffè» pubblicava un articolo intitolato «Tra Zali e Savoia intesa anti Gobbi». Riferiva di un incontro del politico Sergio Savoia (I Verdi) con Claudio Zali (Lega dei Ticinesi) avvenuto in margine a una manifestazione dei Verdi svoltasi a Bellinzona e alludeva alla neocostituita associazione «Il Ticino siamo noi», un gruppo la cui funzione strategica (un’alleanza tra il coordinatore dei Verdi e il consigliere di Stato leghista) sarebbe sfuggita ai più. L’articolo era corredato da una fotografia che ritrae i due politici insieme con vari membri di «Il Ticino siamo noi». «il caffè» aggiungeva che Zali era ormai «santificato dalla Lega come portatore sano di un ambientalismo che prima era altamente tossico per il movimento di casa Bignasca», mentre dai Verdi lo stesso Zali era considerato «il braccio operativo, e governativo, di un neo-ecologismo populista che coniuga la tutela dell’ambiente con la battaglia contro i frontalieri».

B. Il 4 febbraio 2015 il movimento «Il Ticino siamo noi», rappresentato da X., Y. e Z. (identità anonimizzata), ha presentato un reclamo al Consiglio svizzero della stampa contro «il caffè». L’articolo avrebbe sostenuto che scopo della fondazione del movimento «Il Ticino siamo noi» era «fidanzare» il consigliere di Stato e Sergio Savoia, coordinatore dei Verdi, «al fine di coalizzarli per una campagna anti Gobbi». Secondo i reclamanti, l’articolo viola le Direttive seguenti in applicazione della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista»: 1 (Rispetto della verità), 3.1. (Fonti dell’informazione) e a.1 (Indiscrezioni), inoltre 5.1. e 5.2. (Rettifica, Lettere di lettori, commenti online) in quanto «il caffè» si sarebbe rifiutato di ospitare una loro presa di posizione.  

C. Il 19 agosto 2015 il direttore de «il caffè», Lillo Alaimo, ha risposto alla critica pur precisando di non volere esprimersi sul reclamo in oggetto: «Nulla nel testo, sintatticamente o discorsivamente, lascia intendere che l’associazione sia stata creata appositamente per ‹fidanzare› il ministro Claudio Zali e il coordinatore dei Verdi Sergio Savoia, o che la presentazione della stessa sia servita solo a questo scopo».  

D. Il 4 dicembre 2015 il Consiglio della stampa ha comunicato alle parti che il reclamo sarebbe stato trattato dalla Presidenza, composta del presidente Dominique von Burg, della vicepresidente Francesca Snider e del vicepresidente Max Trossmann.

E. La Presidenza ha deciso la presente presa di posizione il 31 dicembre 2015 per via epistolare.

II. Considerandi

1. I reclamanti sostengono che il «caffè» non ha rispettato la verità  (Cifra 1 della «Dichiarazione») quando afferma che il movimento «Il Ticino siamo noi» è stato fondato con lo scopo di avvicinare il consigliere di Stato Zali e il coordinatore dei verdi Savoia per «fidanzarli» e indurli a fare campagna insieme contro l’altro consigliere di Stato della Lega, Norman Gobbi. L’incontro è avvenuto, si legge nell’articolo, durante una manifestazione dei Verdi: e questo è un fatto. È invece una speculazione del «caffè» che il movimento «Il Ticino siamo noi» sia stato fondato per avvicinare i due politici. L’asserzione rientra tuttavia nei limiti della libertà di commento. Poiché un commento non si presta alla verifica della verità, la Cifra 1 della «Dichiarazione» non è applicabile al caso.

2. La Direttiva 3.1. afferma che il primo dovere del giornalista consiste nell’accertarsi della provenienza di un’informazione e nel controllarne la veridicità. Come detto, l’articolo esprime una valutazione politica la cui fonte è il commento medesimo. Perciò neppure la Direttiva 3.1. risulta applicabile.

3. La Direttiva 5.1. prescrive che il giornalista rettifica immediatamente e spontaneamente le informazioni errate che ha dato. Ma la scorrettezza concerne i fatti, non i giudizi di valore. Poiché non un fatto ma un’opinione è espressa nell’articolo, neppure la Direttiva 5.1. è ritenuta dal Consiglio della stampa applicabile.


III. Conclusione

1. Il reclamo è respinto.

2. «il caffè», con l’articolo «Tra Zali e Savoia intesa anti Gobbi» del 25 gennaio 2015 non ha violato le Cifre 1 (Rispetto della verità), 5 (Fonti dell’informazione) e 5 (Il dovere della rettifica) della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti del giornalista».