Nr. 29/2015
Rispetto della verità

(X. c. «Giornale del Popolo») Presa di posizione del Consiglio svizzero della stampa del 26 giugno 2015

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I. Fatti

A. Il 25 novembre 2014 il «Giornale del Popolo» ha pubblicato in prima pagina un articolo di apertura dal titolo «Nell’inferno delle vite congelate», in cui si riferiva del dibattito condotto il giorno prima in Consiglio nazionale sull’eventualità di autorizzare la diagnosi preimpianto. Nell’articolo si legge: «Sono 16’520 gli ‹ovociti impregnati› (un eufemismo per non dire embrioni) attualmente congelati in Svizzera perché non impiantati durante una procreazione assistita. Vite in attesa che venga deciso del loro destino.» L’articolo è corredato dalla foto di un embrione e da una didascalia, quasi parte integrante della foto, secondo cui in Svizzera si contano oltre 16’000 embrioni ‹conservati›. A pagina 15 della stessa edizione è stato pubblicato un approfondimento con lo stesso titolo.

B. Il 26 novembre 2014 Enrico Morresi ha presentato un reclamo al Consiglio svizzero della stampa riscontrando nell’articolo di apertura del «Giornale del Popolo» una violazione della direttiva 1.1 della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti» (rispetto della verità). Secondo Morresi, che non cita e non contesta l’articolo a pagina 15, è scorretto usare una foto che non si riferisce ai contenuti dell’articolo: la foto di un embrione non può corredare un articolo in cui si parla del congelamento di ovociti impregnati tanto più che la legge distingue chiaramente tra i due.

C. Claudio Mésoniat, direttore del «Giornale del Popolo», ha preso posizione per iscritto in merito al ricorso il 24 febbraio 2015. Senza respingere esplicitamente la violazione contestatagli, spiega le ragioni all’origine della scelta del giornale facendo valere che gli ovociti impregnati possono essere considerati già embrioni e, di fatto, lo sono. Del resto, durante il dibattito in Parlamento sulla diagnosi preimpianto si è sempre parlato di embrioni congelati e anche la legge usa gli stessi termini. A prescindere dal tema dell’articolo, il «Giornale del Popolo» non ha scritto nessuna didascalia per la foto e non ha indicato da nessuna parte che vi erano riprodotti ovociti impregnati. Si sarebbe anche potuto scegliere la foto di un neonato e questo non sarebbe stato considerato un errore.

D. La presidenza del Consiglio svizzero della stampa ha trasmesso il reclamo alla Prima Camera composta dalla presidente Francesca Snider e dai membri Michael Herzka, Pia Horlacher, Klaus Lange, Francesca Luvini, Casper Selg e David Spinnler.

E. La Prima Camera del Consiglio svizzero della stampa ha discusso il reclamo di Enrico Morresi durante la seduta del 21 maggio 2015 e per corrispondenza.

II. Considerandi

1. La legge federale del 18 dicembre 1998 concernente la procreazione con assistenza medica (legge sulla medicina della procreazione, LPAM, stato gennaio 2013) distingue tra oocita impregnato (oocita fecondato prima della fusione dei nuclei) e embrione (frutto risultante dopo la fusione dei nuclei e sino alla conclusione dell’organogenesi). La stessa legge ammette esclusivamente la conservazione di oociti impregnati per un massimo di cinque anni (art. 16 cpv. 2) mentre vieta espressamente quella di embrioni (art. 17 cpv. 3). Il testo «oltre 16mila embrioni ‹conservati› in Svizzera» sopra la foto è bianco su sfondo blu e riprende lo stesso blu dello sfondo della foto. Sebbene il «Giornale del Popolo» sostenga di non aver inserito alcuna didascalia, il testo in questione può essere considerato tale, a prescindere che figuri sopra o sotto la foto. La didascalia corrisponde alla foto nella misura in cui parla di embrioni. È invece sbagliato l’uso dell’aggettivo «conservati» in relazione al termine embrioni visto che in Svizzera la conservazione di questi ultimi è vietata.

2. L’autrice dell’articolo di apertura scrive che attualmente in Svizzera sono conservati (congelati) 16 520 ovociti impregnati e precisa tra parentesi che questo termine è in realtà un eufemismo per non dire embrioni. Stando alla terminologia della legge sulla medicina della procreazione questa precisazione è sbagliata: embrioni e ovociti sono due cose distinte. In questo senso il «Giornale del Popolo» lede la direttiva 1.1 sul rispetto della verità. Occorre tuttavia sottolineare che Enrico Morresi non contesta questa frase ma solo la scelta di associare la foto di un embrione a un testo sugli ovociti impregnati. Si tratta della relazione tra foto e testo, dell’unità costituita da testo e immagine. Per il Consiglio svizzero della stampa, bisogna in particolare chiedersi se il pubblico non ne trae un’impressione errata. Tenuto conto della precisazione espressa nell’occhiello, la risposta è affermativa. La precisazione posta in relazione con la foto dell’embrione e il testo sugli ovociti impregnati genera un’impressione fuorviante e sbagliata. In altri termini induce a credere che ovociti impregnati e embrioni siano la stessa cosa; ciò che invece non è il caso come ben specifica la legge sulla medicina della procreazione.

III. Conclusioni

1. Il reclamo è accolto.

2. Il «Giornale del Popolo», con l’articolo di apertura «Nell’inferno delle vite congelate» sugli ovociti impregnati corredato dalla foto di un embrione, ha violato la cifra 1 della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti» (verità) poiché lascia intendere che ovociti impregnati e embrioni siano la stessa cosa.