Nr. 34/2010
Rispetto della verità / Dovere di ascolto in caso di addebiti gravi / Accuse ingiustificate / Dignità umana

(Fondazione Futura c. «laRegione Ticino») Presa di posizione del 27 agosto 2010

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I. I fatti

A. Richiamandosi a un articolo uscito in precedenza sul giornale satirico «Il Diavolo», il 17 settembre 2009 «laRegione Ticino» pubblicava un articolo sulla campagna «Dico No alla droga, dico Sì alla vita» in corso sui mezzi dell’Azienda Trasporti Pubblici di Lugano (TPL), sostenendo che la campagna «rimanda a iniziative identiche propugnate» da una «chiesa» molto discussa – «Scientology» – di cui la Fondazione Futura promotrice dell’iniziativa sarebbe una diramazione, fatto questo che la Fondazione contesta.

Del vicepresidente della Fondazione, Andrea Bernasconi, è citata nell’articolo la seguente presa di posizione: «La nostra Fondazione è laica e non legata a Scientology. Sapevo che questa stessa campagna era stata utilizzata da loro.» «Questo non creava problemi?», gli chiede il giornalista? «No – risponde Bernasconi – applico il principio taoista secondo cui l’uso della consapevolezza senza preconcetti equivale a saggezza.»

Durante la conferenza stampa del 9 settembre, la Fondazione avrebbe inoltre annunciato l’intenzione di diffondere, a fine mese, alle biblioteche delle scuole ticinesi di ogni ordine e grado, un volantino informativo intitolato «La verità sulla droga». Si tratterebbe in ogni caso di una «pia intenzione», poiché alle autorità scolastiche competenti non è giunta alcuna richiesta.

B. Il giorno seguente, «laRegione» – sotto il titolo «Sponsor subliminale sul bus. C’è chi dice no e chi nasconde la verità» – pubblicava un comunicato diffuso dall’azienda di trasporto in relazione all’articolo del giorno prima. Secondo TPL, la pubblicità «Dico No alla droga, dico Sì alla vita» poteva rimanere senza problemi sui bus della città, poiché «non risulta che vi sia alcun legame» tra lo sponsor e «Scientology». «laRegione» sostiene di essersi limitata a evidenziare «come la campagna di Fondazione Futura si basi sullo stesso identifico materiale»: «Non sarebbe stato meglio se i benemeriti avessero giocato a carte scoperte?» Il giornale citava anche un’informazione del sito online Ticinolibero.ch, secondo cui Andrea Bernasconi «è anche presidente dell’Associazione per un’Applicazione pratica dello Studio», che opera secondo i metodi del fondatore di «Scientology, Ron Hubbard». L’articolo si concludeva con la frase: «Tanto prudenti siamo stati, da non affermare che la Fondazione Futura è figlia di Scientology. Ma adesso, quasi quasi, ci stiamo pentendo.»

C. Lo stesso giorno (19 settembre 2009), «laRegione» tornava in argomento («Fondazione Futura, pagliuzze e travi») scrivendo che Luciano Vaccani, segretario della Fondazione Futura fino alla fine del 1998, aveva diretto la «Missione di Lugano» di «Scientology». Il giornale citava di nuovo la smentita di Andrea Bernasconi, il quale nega ogni rapporto tra la Fondazione Futura e «Scientology». Tuttavia, dalle iscrizioni a Registro di commercio, risulta secondo il giornale che due delle tre persone citate hanno inconfutabili rapporti con la discussa «chiesa». Per la terza, il presidente Vincenzo Tirella, il caso sarebbe più complicato, ma secondo fonti non precisate anch’egli ne sarebbe in rapporto. Una donna che risponde al telefono alla sede milanese di «Scientology» avrebbe confermato di conoscerlo. Anche Tirella, tuttavia, contesta ogni legame tra la Fondazione Futura e la Chiesa di «Scientology».

D. Tre altri articoli furono pubblicati, il 21, 25 e 30 settembre 2009 da «laRegione» sul tema «Scientology – Fondazione Futura» («L’anima ‹scientologist› di Futura», «Saune stremanti per diventare clear» e «Trame Scientology. L’Espresso ne parla»).

E. Il 13 e il 19 novembre 2009 uno studio legale in rappresentanza della Fondazione Futura ha presentato un reclamo al Consiglio della Stampa contro i servizi pubblicati da «laRegione». Il giornale avrebbe, secondo i denuncianti, violato la «Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti» alla cifra 1 (Rispetto della verità), 4 (L’intervista), 3(Omissione di informazioni; Diritto di essere ascoltati in caso di gravi addebiti), 7 (Rinuncia a critiche anonime o ingiustificate) e 8 (Rispetto della dignità).

Quella de «laRegione» non sarebbe affatto un’inchiesta: il giornale si sarebbe limitato a riportare testi da Internet o da giornali italiani. Durante l’intervista ad Andrea Bernasconi, il cronista avrebbe fatto «domande a raffica senza permettere all’intervistato di rispondere come doveva». Nell’articolo del 19 settembre è stata riportata un’affermazione («Giuro di non essere membro di Scientology») che il Signor Bernasconi «non ha rilasciato nella modalità espressa nell’articolo».

Anche nei confronti di Vincenzo Tirella il giornale avrebbe espresso accuse non giustificate. Senza dargli la possibilità di prendere posizione, il giornale avrebbe leso la sua dignità personale e l’eventuale suo credo religioso.

F. Con lettera del 1 febbraio 2010, il direttore Matteo Caratti e Stefano Pianca, autore degli articoli, chiedono al Consiglio della stampa la reiezione del reclamo. Diversamente dal comunicato della TPL, di cui è azionista di maggioranza la Città di Lugano, un rapporto tra la Fondazione Futura e «Scientology» esiste. Le ricerche de «laRegione» si sarebbero attenute alla deontologia professionale, come dimostrerebbe una copiosa documentazione allegata; inoltre il caso è senza dubbio di pubblico interesse.

È significativo, secondo la redazione, che il reclamo non menzioni l’articolo del 23 settembre 2009 («Futura cercava la legittimazione di Besso pulita»), che segnalava il tentativo della Fondazione di approfittare della buona immagine dell’associazione di cittadini. A «Besso pulita», «Futura» aveva proposto l’organizzazione in comune di un concerto, ma l’associazione si era rifiutata avendo saputo che dietro la fondazione c’era «Scientology». Il contatto aveva avuto luogo un anno prima, promosso dall’«Associazione dico No alla droga, dico Sì alla vita».

Pure non menzionata nel reclamo la decisione del Municipio di Lugano di «rivedere e rendere più rigido il controllo della propria amministrazione e aziende a lei riconducibili sulle sponsorizzazioni». Questa decisione dimostra, secondo la redazione, che «laRegione» aveva fatto bene il suo lavoro.

G. Il 5 febbraio, il Consiglio della stampa ha comunicato alle parti che il reclamo sarebbe stato trattato dalla Presidenza, composta del presidente Dominique von Burg e dei vicepresidenti Esther Diener-Morscher e Edy Salmina.

H. Con lettera del 22 febbraio, il reclamante ha proposto un secondo scambio di corrispondenza.

I. Il 9 marzo, il Consiglio della stampa ha respinto questa richiesta. Considerata la notevole distanza tra la descrizione dei fatti offerta dalle due parti, un secondo scambio epistolare è ritenuto non necessario. Al reclamante veniva precisato che la «Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti» non contiene un obbligo al «resoconto obiettivo»; sono compatibili con la deontologia anche gli articoli che prendono posizione.

J. Il 25 marzo, la Fondazione Futura – in applicazione dell’art. 13 del Regolamento del Consiglio della stampa – ha chiesto la ricusa del Vicepresidente Edy Salmina. Motivo della ricusa, il fatto che Salmina è responsabile dell’Informazione alla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, la quale avrebbe riferito negativamente sulle attività della Fondazione Futura, per esempio nella trasmissione «Il Quotidiano» del 17 settembre 2009 e in «Storie» del 17 gennaio 2010.

K. Con decisione del 2 luglio 2010, il Presidente del Consiglio della stampa, Dominique von Burg, ha respinto la richiesta sub. J. Ciò anzitutto per una ragione di forma. L’art. 13 del Regolamento prescrive che la ricusa deve essere chiesta entro 10 giorni dalla ricezione della comunicazione del Segretariato. È vero che il reclamante aveva proposto, già il 22 febbraio, la proroga di questo termine fino alla conclusione del proposto secondo scambio di corrispondenza. Il termine di dieci giorni risulta tuttavia scaduto due volte, l’ultima a partire dalla ricezione della comunicazione del 9 marzo.

Dal profilo materiale, inoltre, non risulta che Edy Salmina abbia in qualche modo partecipato alle due trasmissioni. «Il Quotidiano» del 17 settembre 2009 aveva dato correttamente la notizia che lo slogan «Dico No alla droga, dico Sì alla vita» «fa discutere». Erano stati intervistati Andrea Bernasconi, vicepresidente della Fondazione Futura, il presidente della TPL e un’esperta di religioni. Il numero di «Storie» del 17 gennaio 2010 non era un servizio sulla Fondazione Futura e sulla controversa campagna da lei promossa bensì un documentario («Il mistero Scientology») della giornalista belga Safia Kessas, che affrontava il tema in termini generali. Inoltre, la trasmissione «Storie» non è gestita dal Dipartimento dell’informazione, di cui Edy Salmina è responsabile.

L. La Presidenza ha deliberato la presente Presa di posizione il 2 luglio 2010 per via epistolare.

II. Considerandi

1. a) Come comunicato alla parte reclamante con lettera del 9 marzo 2010, è prassi costante del Consiglio della stampa non esigere un «resoconto obiettivo», cioè pretendere che gli articoli si limitino a esporre le tesi delle due parti (cfr. le Prese di posizione 3 e 13/2010 e 10, 52 e 54/2009). Anche un resoconto unilaterale o che prende posizione è ritenuto deontologicamente accettabile. Inoltre non compete al Consiglio della stampa, quando si trova di fronte a descrizioni dei fatti fortemente contrastanti, decidere quale sia vera e quale falsa (cfr. le Prese di posizione 61/2009 e 23/2010).

b) Neppure compete al Consiglio della stampa stabilire se esista e quanto stretto sia un eventuale rapporto tra la Fondazione Futura e «Scientology». La documentazione presentata dalla «Regione» al Consiglio della stampa permette di constatare che la redazione ha attinto le proprie informazioni alle fonti disponibili. Non può di conseguenza essere contestato che ricerca della verità vi sia stata. È pure evidente che un rapporto esista tra i rappresentanti della Fondazione e le dottrine di Ron Hubbard, che lo slogan «Dico No alla droga, dico Sì alla vita» provenga da «Scientology» e che l’adozione di un simile slogan sui mezzi di trasporto di un’azienda della Città possa dare adito a discussioni.

Avendo «laRegione» sottoposto sia ai rappresentati della Fondazione sia alla TPL le domande essenziali, si può pure ritenere che il minimo di diligenza richiesto dalla deontologia per quanto riguarda la ricerca della verità (Cifra 1.1. della «Dichiarazione») sia stato rispettato.

2. Neppure sussiste, a giudizio del Consiglio della stampa, la violazione della Cifra 3 (Omissione di informazioni importanti, dovere di ascolto in caso di gravi addebiti). Contrariamente a quanto sostiene la reclamante, già nell’articolo del 17 settembre 2009 era contenuta la smentita di Andrea Bernasconi circa i suoi asseriti rapporti tra la Fondazione e «Scientology». A questa precisazione – citando il comunicato della TPL – era stato dato rilievo anche in apertura dell’articolo del 18 settembre. Il diniego di Andrea Bernasconi, di avere in qualche modo a che fare con «Scientology», risulta nuovamente citato nell’articolo del 19 settembre, nel quale figura anche una presa di posizione identica tratta un comunicato del vicepresidente della Fondazione Vincenzo Tirella.

Dai tre articoli che rappresentano l’oggetto principale del reclamo risalta dunque chiaramente al lettore che la Fondazione Futura contesta ogni rapporto con «Scientology». Il dovere di ascolto della parte criticata appare rispettato, anche se per Vincenzo Tirella si dà soltanto l’estratto di un comunicato. Circa l’omissione di informazioni importanti, la parte reclamante non produce alcun elemento informativo che porti a concludere l’impossibilità per il lettore di accedere alle informazioni essenziali sul caso.

3. Circa le violazioni che la denunciante sostiene della cifra 4 (Direttiva 4.5: Interviste), della cifra 7 (Protezione della sfera privata) e 8 (Rispetto della dignità) della «Dichiarazione», il Consiglio della stampa osserva che la Fondazione Futura non sembra conoscere la portata delle disposizioni relative.

Dalla documentazione non risulta infatti che tra le parti fosse stata concordata un’intervista (intesa come uno scambio formale di domande e di risposte) nel senso della Direttiva 4.5 allegata alla «Dichiarazione». Neppure viene documentato che le dichiarazioni dei membri della fondazione siano state in qualche modo manipolate.

Circa la violazione della sfera privata, la parte denunciante si limita a rilevare che «laRegione» insiste sul fatto che il presidente della Fondazione Signor Tirella guida una Lamborghini. Ci si può chiedere se tale particolare meritasse di essere evocato, ma appare sproporzionato, secondo il Consiglio della stampa, concluderne che si è trattato di violazione della sfera privata. Neppure l’accenno alla circostanza che Vincenzo Tirella, secondo fonti non precisate, coltivi relazioni con la Chiesa di «Scientology» pare al Consiglio della stampa offensivo della dignità della persone o della libertà di religione.

III. Conclusioni

1. Il reclamo è respinto.

2. «La Regione», con la pubblicazione degli articoli del 17 settembre («L’ombra di Scientology sui bus TPL»), 18 settembre («Sponsor subliminale sul bus. C’è chi dice no e chi nasconde la verità»), 19 settembre («Fondazione Futura, pagliuzze e travi»), 21 settembre («L’anima ‹scientologist› di Futura»), 25 settembre («Saune stremanti per diventare clear») e 30 settembre 2009 (Trame Scientology. L’Espresso ne parla»), non ha violato le cifre 2 (Ricerca della verità), 3 (Omissione di informazioni importanti. Dovere di ascolto in caso di addebiti gravi), 4 (Intervista) 7 (Diffusione di informazioni anonime e di accuse non giustificate) e 8 (Rispetto della dignità) della «Dichiarazione dei doveri e dei diritti dei giornalisti».